Il conto deposito è un prodotto bancario con funzione di risparmio e di investimento. In un’ottica di diversificazione di portafoglio, è opportuno investire una parte del proprio patrimonio in un conto deposito e godere dei suoi rendimenti sicuri, costanti e a basso rischio.
Qui sotto ti mostro subito, senza farti perder tempo, facciamo un confronto tra quelli che sono i migliori conti deposito del momento:
Un conto deposito non consente l’operatività che ammette, invece, un normale conto corrente: non è possibile, infatti, usare un conto deposito per fare pagamenti, emettere assegni, addebitare spese per carte di credito, accreditare stipendi o pensioni.
Un conto di deposito, generalmente, permette solo versamenti in entrata e in uscita e prevede la possibilità di costituire un vincolo, ovvero di immobilizzare il proprio denaro per un periodo di tempo da definire per ottenere un rendimento.
Proprio per il fatto che, per definizione, si tratta di un conto a bassa operatività – che spesso viene aperto direttamente online -, gli istituti di credito possono garantire su questi conti di deposito tassi di rendimento superiori a quelli previsti per un conto corrente; questi rendimenti, in alcuni casi, sono davvero interessanti.
Inoltre, in cambio della propria disponibilità a non utilizzare il denaro depositato attraverso la contrattualizzazione di un vincolo, alcune banche offrono un rendimento extra rispetto al tasso base del conto. Generalmente all’aumentare della durata del vincolo, aumenta anche il guadagno che deriva dal deposito.
Conti liberi e vincolati, interessi anticipati o periodici
Esistono vari livelli di severità dei vincoli sui depositi: alcune banche consentono lo svincolo delle somme in qualsiasi momento prevedendo, normalmente, una decurtazione degli interessi spettanti; in altri casi, invece, il rendimento non varia né diminuisce a seguito di uno svincolo, a patto che questo interessi al massimo una quota del deposito (per esempio, il 30%).
Ci sono, infine, istituti che non consentono lo svincolo delle somme, a nessuna condizione: in questi casi non è possibile rientrare in possesso del proprio denaro prima del momento pattuito.
Le regole e le condizioni dei vincoli sono chiaramente indicate sul foglio informativo di ciascun conto deposito.
Gli interessi promessi sono accreditati dalle banche in modi e tempi differenti, anche a seconda che sia stato costituito un vincolo o meno: in alcuni casi sono versati sul conto con periodicità annuale, in altri casi vengono pagati ogni 3 o 6 mesi, oppure possono essere liquidati in un’unica soluzione, al momento della scadenza del vincolo.
Anche il metodo di calcolo degli interessi varia da istituto a istituto: alcuni riconoscono interessi anticipati (ad esempio, calcolano e liquidano oggi gli interessi che matureranno sulle somme durante i prossimi 3 mesi), altri li riconoscono al termine del periodo trascorso, ovvero posticipati.
Esistono conti deposito cui si può abbinare l’opzione di un piano di accumulo (PAC) e incrementare continuamente la somma investita. Si può quindi prevedere che sul conto deposito siano versate periodicamente delle somme, anche di importo basso, tramite prelievo diretto da un conto esterno, alimentando così il capitale investito gradualmente ma in modo continuo.
Alcune banche offrono, poi, promozioni speciali, generalmente per periodi limitati, in cui regalano un omaggio – ad esempio un tablet, uno smartphone, un buono acquisto – a chi apre un nuovo conto deposito e, clausola quasi sempre presente, lo tiene aperto per almeno un periodo di tempo stabilito e versa una certa somma entro un termine.
Simulazioni di rendimento di un conto deposito
Come capire qual è il miglior conto deposito vincolato? Bisogna avere un’idea del rendimento a seconda dei periodi di vincolo.
Facciamo un esempio: esploreremo diverse ipotesi con vincoli di 6, 12 e 24 mesi, con tassi di interesse rispettivamente del 2%, 2,5% e 3%.
Supponiamo di depositare 10.000 € su un conto deposito:
- con un tasso di interesse del 2% per 6 mesi, l’interesse accumulato sarà di 100 € (10.000 € * 0,02 * (6/12)). Alla scadenza, il saldo del conto sarà dunque di 10.100 €.
- Nel caso di un vincolo di 12 mesi con un tasso di interesse del 2,5%, l’interesse accumulato sarà di 250 € (10.000 € * 0,025 * (12/12)). Alla scadenza, il saldo del conto sarà di 10.250 €.
- Infine, nel caso di un vincolo di 24 mesi con un tasso di interesse del 3%, l’interesse accumulato sarà di 600 € (10.000 € * 0,03 * (24/12)). Alla scadenza, il saldo del conto sarà di 10.600 €.
Tieni presente che molti conti deposito possono offrire tassi di interesse variabili, che possono cambiare nel corso del tempo, o composti, nei quali gli interessi dopo un certo periodo vengono reinvestiti e generano interessi a loro volta.
Impatto economico globale sui tassi di interesse
Le condizioni economiche globali, inclusa la politica dei tassi di interesse delle banche centrali, possono influenzare significativamente i tassi di interesse offerti sui conti deposito.
Le banche centrali, come la Federal Reserve negli Stati Uniti o la Banca Centrale Europea nell’area dell’euro, stabiliscono i tassi di interesse di riferimento per regolare l’attività economica e controllare l’inflazione.
Quando le banche centrali decidono di aumentare o diminuire i tassi di interesse di riferimento, ciò può avere un impatto diretto sui tassi di interesse offerti dalle varie banche sui conti deposito:
- se le banche centrali aumentano i tassi di interesse, di solito i tassi offerti sui conti deposito tendono ad aumentare in risposta;
- se le banche centrali riducono i tassi di interesse per stimolare l’economia, i tassi offerti sui conti deposito tendono a diminuire.
Tuttavia, l’effetto delle politiche delle banche centrali può variare tra diverse giurisdizioni e istituti finanziari, e anche altri fattori, come la concorrenza tra le banche e le condizioni di mercato, possono anche influenzare i tassi di interesse sui conti deposito.
Quale conto deposito conviene come guadagno?
I conti deposito disponibili in Italia sono centinaia, normalmente uno per banca: è difficile infatti che le banche non offrano questo prodotto al mercato dei risparmiatori, anche in periodi come questo di tassi molto bassi e poco allettanti.
Scegliere quale sia il migliore su cui investire non è solo una questione di rendimento: sarebbe utile, infatti, fare anche una valutazione sullo standing della banca o dell’istituto che lo propone prima di scegliere a chi affidare i propri risparmi. E’ vero che, in alcuni casi, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi rende tutti più tranquilli, dal momento che assicura somme fino a 100.000 €, ma mettere deliberatamente in pericolo i propri soldi è comunque un’operazione azzardata, anche in presenza di una garanzia.
In ogni caso, la scelta del conto deposito migliore dovrebbe ricadere su quello che – a parità di affidabilità della controparte – ha il migliore rapporto tra rendimento offerto e costi previsti.
Come si è detto, accendere un vincolo su un conto deposito permette di ottenere rendimenti via via sempre maggiori all’allungarsi della durata del vincolo. Le condizioni sono indicate precisamente sul Foglio informativo del conto deposito che si sta valutando e alcuni siti web permettono anche di calcolare il rendimento netto di un conto, tenuto conto delle spese e delle imposte/tasse obbligatorie.
I rendimenti sui conti deposito sono, al momento, tra i più bassi mai visti. Si tenga presente che le banche solide oggi hanno la possibilità di prendere a prestito liquidità a un tasso di interesse interbancario inferiore allo 0 e, paradossalmente, non hanno bisogno di cercare denaro presso i risparmiatori.
In generale, la media dei rendimenti offerti dai conti di deposito in questo periodo si aggira intorno all’1%. Si raggiungono tassi di interesse un po’ più interessanti con vincoli lunghi, anche fino a 3 anni.
Spese e imposta di bollo
La valutazione del rendimento di un conto deposito è abbastanza semplice ed immediata, tuttavia, non altrettanto rapida è la comprensione dei costi connessi a questo prodotto. Generalmente, i conti deposito non prevedono spese di apertura o di gestione, né spese o costi per bonifici in ingresso o in uscita dal conto. Questo è vero nella maggioranza dei casi, ma è meglio controllare precisamente sul Foglio Informativo del conto deposito prescelto prima di sottoscriverlo.
Molte società finanziarie, inoltre, preferiscono includere spese extra, spesso legate alla preparazione e alla spedizione di documenti specifici come ad esempio il rapporto annuale, il bilancio annuale e la dichiarazione dei guadagni. Di solito, queste tariffe possono essere evitate optando per la consegna elettronica, ma è consigliabile esaminare accuratamente prima di aprire un conto di risparmio. Inoltre, ci sono altri due elementi da considerare quando si calcolano i costi di un conto di risparmio: il pagamento delle tasse e l’imposizione delle tasse sulle plusvalenze.
L’imposta di bollo è dovuta sull’ammontare totale delle somme depositate, indipendentemente dal rendimento che genereranno ed è pari allo 0,2%, o 2 per mille, dell’importo totale investito. Si tratta di un’imposta che viene trattenuta direttamente dalla banca e versata all’erario per conto del cliente.
Nel caso in cui l’intestatario del conto deposito sia una persona giuridica, l’imposta dovuta è sempre calcolata come il 2 per mille dell’ammontare investito, ma è previsto che il prelievo complessivo non superi i 14.000 € annuali. Diversamente, per i conti deposito intestati a persone fisiche, la legge non definisce nessun tetto massimo di imposta.
Ci sono banche, al momento, che propongono i propri conti deposito offrendo l’imposta di bollo gratuita perché, per politiche di marketing, decidono di accollarsene direttamente il costo. Si tratta di un’agevolazione che, generalmente, viene proposta per periodi definiti di tempo, ad esempio per 2 anni. In questi casi meglio approfittarne, ovviamente.
Per quanto riguarda la ritenuta fiscale sulle plusvalenze, essa ammonta al 26%. Ecco come funziona: si definisce plusvalenza, o capital gain, il guadagno derivante dal conto deposito, ovvero l’importo totale degli interessi spettanti sulle somme depositate. Questo importo non viene interamente liquidato al cliente perché il 26% viene trattenuto dalla banca e versato poi all’erario, a titolo di imposta sul guadagno percepito. Si tratta di un prelievo inevitabile.
Sicurezza
Il conto deposito è un prodotto bancario tendenzialmente molto sicuro; il denaro depositato è sottoposto a due rischi in particolare: al rischio di controparte e al rischio operativo.
Il primo rischio è legato all’affidabilità della controparte presso cui il denaro è depositato, ovvero la banca. Per rendere minimo il rischio di mettere in pericolo il proprio denaro, il consiglio è sempre quello di valutare la solidità di una banca, anche tenendo conto di opinioni di altri e leggendo articoli di stampa specializzata. Si tenga presente, tuttavia, che tutte le banche italiane e tutte le filiali italiane di banche extra-comunitarie sono obbligate ad aderire al Fondo Interbancario di Tutela dei depositi, che è uno strumento che in caso di fallimento della banca rimborsa per ciascun depositante fino ad un massimo di 100.000 €. Una precisazione: l’adesione al fondo è su base volontaria per le filiali italiane di banche comunitarie. Questo significa che è sempre meglio assicurarsi che la banca che si sceglie, se è un istituto di un altro Stato europeo, aderisca effettivamente al Fondo.
Il secondo rischio è connesso principalmente all’eventualità che qualcuno, entrato in possesso delle credenziali di un conto, faccia disposizioni o operazioni non autorizzate. Il rischio è evidentemente connesso con il fatto che, nella maggior parte dei casi, l’operatività di un conto deposito può essere gestita del tutto online. Esistono alcuni strumenti utili per tutelarsi in questi casi:
- l’autenticazione a due fattori (2FA), una tecnologia che richiede al cliente di fornire non solo una password, ma anche un secondo fattore di autenticazione, come ad esempio un codice inviato via SMS o tramite un’applicazione di autenticazione. L’autenticazione a due fattori rende molto più difficile per i potenziali malintenzionati accedere ai conti deposito, anche se conoscono la password, aumentando così il livello di protezione.
- Alcune buone pratiche per la creazione e la gestione delle password: le password, infatti, dovrebbero essere robuste, con una combinazione di lettere maiuscole e minuscole, numeri e caratteri speciali. È importante evitare l’utilizzo di password ovvie come nomi o date di nascita, e si consiglia di cambiare regolarmente le password per evitare accessi non autorizzati.
- Misure di sicurezza avanzate messe in atto dalla banca per proteggere i dati sensibili, come la crittografia dei dati, che rende le informazioni incomprensibili a meno che non vengano decifrate con una chiave di sicurezza appropriata. O protocolli di sicurezza per proteggere le transazioni finanziarie, come ad esempio il protocollo HTTPS (HyperText Transfer Protocol Secure), che fornisce una connessione crittografata tra il browser dell’utente e il sito web della banca.
Comparazione con altri strumenti di risparmio e investimento
Oltre ai conti deposito, esistono diversi altri strumenti di risparmio e investimento disponibili per i consumatori, che forse a volte convengono in termini di rendimento, ma presentano altri rischi. Ecco una comparazione dettagliata tra i conti deposito e alcuni di questi strumenti finanziari:
- conti di risparmio, uno strumento tradizionale e utilizzato per accumulare denaro in modo sicuro. Rispetto ai conti deposito, offrono solitamente un rendimento leggermente più alto, ma possono richiedere un importo minimo di apertura e spesso hanno limitazioni sul numero di prelievi consentiti. Inoltre, potrebbero non offrire la stessa protezione dei depositi garantita dai conti deposito.
- Titoli di Stato, cioè un investimento nel debito governativo di un paese. Sono considerati generalmente sicuri e a basso rischio, ma i rendimenti potrebbero essere inferiori rispetto ai conti deposito. Inoltre, l’acquisto di titoli di Stato potrebbe richiedere un importo minimo significativo e un’attenta valutazione delle condizioni di mercato, nonché delle politiche economiche del paese emittente.
- Obbligazioni, ovvero titoli di debito emessi da enti governativi o aziende. Possono offrire rendimenti più elevati rispetto ai conti deposito, ma comportano anche un livello maggiore di rischio. Gli investitori devono considerare attentamente la qualità creditizia dell’emittente e la durata dell’obbligazione, poiché questi fattori influenzano il rischio e il rendimento.
- Fondi comuni di investimento, vicoli di investimento che raccolgono denaro da diversi investitori per acquistare una varietà di asset finanziari. Possono includere pacchetti di azioni, obbligazioni, titoli di stato e altre classi di attività. A differenza dei conti deposito, i fondi comuni di investimento comportano un rischio maggiore, ma offrono anche un potenziale rendimento più elevato. Tuttavia, il loro valore può fluttuare in base alle performance dei mercati finanziari.
- ETF (Exchange Traded Fund); sono simili ai fondi comuni di investimento, ma possono essere negoziati in borsa come azioni. Offrono diversificazione e liquidità, ma, come i fondi comuni di investimento, comportano un certo grado di rischio e il loro valore è influenzato dalle fluttuazioni dei mercati finanziari.
Insomma, gli investimenti in strumenti come le obbligazioni, i fondi comuni di investimento o gli ETF possono comportare rischi di perdita del capitale, a differenza dei conti deposito che forniscono una maggiore protezione del capitale investito.
Prima di prendere decisioni di investimento, ti consigliamo di consultare un consulente finanziario qualificato, che ti possa fornire una valutazione dettagliata della tua situazione personale e delle esigenze di investimento.
Come aprire un conto deposito
Più o meno tutte le banche offrono il conto deposito tra i loro prodotti e per aprirne uno non serve essere correntisti presso la banca prescelta. E’, però, necessario essere residenti in Italia, titolari di un conto corrente nel nostro Paese ed essere maggiorenni.
Per aderire ad un conto deposito online, generalmente, basta compilare un form di adesione direttamente sul sito web. La banca farà, poi, avere il contratto che andrà sottoscritto ed inviato, allegando anche copia di alcuni documenti di riconoscimento quali la carta d’identità e il codice fiscale.
E’ anche possibile aprire un conto deposito con più di un intestatario: in questo caso, i requisiti e i documenti dovranno essere rispettati ed inviati per ciascuno degli intestatari.
Il passo successivo sarà quello di inviare il primo bonifico al conto deposito appena sottoscritto: la banca comunicherà le coordinate del conto appena aperto cui si dovrà far pervenire il denaro entro una certa scadenza, trascorsa la quale, normalmente, il contratto si risolve. La banca svolge le sue attività, obbligatorie per legge, di controllo e verifica delle identità e procede alla gestione del deposito.
Come chiudere un conto deposito
Generalmente, è sempre possibile recedere da un contratto di conto deposito ed è gratuito nel senso che nella maggioranza dei casi le banche non prevedono costi di chiusura.
Potrebbero, però, essere previste delle penali nel caso in cui non si rispetti la scadenza eventualmente definita per il vincolo. Ogni istituto stabilisce modalità proprie per il calcolo e l’applicazione delle penali: alcune banche, se il cliente decide di svincolare prima del tempo, non riconoscono alcun interesse sulle somme depositate, nemmeno per il periodo in cui il denaro è rimasto effettivamente a disposizione della banca; altre volte è prevista una riduzione del tasso riconosciuto su tutto il periodo trascorso.
La banca ricalcola gli interessi dovuti sulle somme e nel caso in cui essi siano stati liquidati anticipatamente trattiene la differenza tra quanto già pagato e quanto spettante.
Per chiudere un conto deposito è necessario spedire una lettera raccomandata AR oppure inviare disdetta via mail al servizio clienti: in ogni caso, il Foglio informativo di ciascuno dei conti deposito disponibili riporta chiaramente le modalità vigenti per ogni banca così come i termini eventualmente da rispettare per la richiesta.
Nel caso in cui, per esempio, si intenda recedere dal contratto per ripensamento, si ricordi che questo non comporta penali o costi e il termine valido è generalmente di 14 giorni dalla data di sottoscrizione.